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Aldo Chiantella, nome di battaglia Fieramosca

E’ arrivato all’età di 100 anni, ed insieme a tanti altri lo abbiamo festeggiato nella sede dell’ANPI sezione Ruggero Condò di Reggio Calabria proprio nell’anno in cui ricorre l’ottantesimo anniversario della Liberazione dell’Itala dal nazi fascismo. Ha combattuto all’età di 18 anni tra le montagne in Friuli e ha scelto di parteggiare per la libertà tra la vita propria e quella del “nemico”, quando uccidere segnò per sempre la sua coscienza di giovane combattente per la Libertà del suo Paese. Sapeva di combattere per una causa più grande e necessaria.

Nelle ore passate in compagnia di Aldo, sua moglie Maria ed i suoi figli era impossibile trattenere la forte commozione nell’ascoltare con quanta umiltà e dolcezza parlava con tutti noi. Per ognuno ha avuto un pensiero di ringraziamento e riconoscenza e la sua lucidità hanno colpito tutti e tutte per l’attualità delle convinzioni di allora sempre più valide oggi.

«Anche io nella sagra del sangue ho immerso il ferro e le mani. Ho ucciso uno sconosciuto che mi era fratello. Un innocente che torna a trovarmi quasi ogni notte e a domandarmi perché. Ma quale risposta? Il tempo consuma ogni giorno le nostre certezze e la coscienza non offre un giusto motivo alla morte».

Queste sue parole regalate a Maurizio Marzolla che ha raccolto la sua testimonianza oggi negli archivi dell’Anpi, suonano ancora nella mia mente come un testamento non solo suo ma di una intere generazione che ha sacrificato la propria esistenza alla causa della Libertà. Parlano di rispetto dei diritti e del prossimo, della necessità di non uccidere ma di porre nella condizione di non nuocere chi minaccia di usare violenza e di sopraffare l’altro. Tutti i resistenti affrontarono i rischi dovuti a un tasso di mortalità maggiore di quello di una guerra combattuta tra eserciti regolari, e si registrarono circa ventinovemila morti mentre altri ventimila partigiani rimasero mutilati e invalidi. La Resistenza in Italia rappresentò un guerra patriottica» di liberazione dall’occupazione nazista; una «guerra civile», che vide i partigiani combattere contro i fascisti aderenti alla Repubblica di Salò; una «guerra di classe» che auspicava la trasformazione della lotta contro i nazifascisti nell’occasione per realizzare una trasformazione radicale della società fino ad allora conosciuta.

 Ancor di più oggi dopo ottanta anni il 25 aprile di ogni anno abbiamo il dovere civile di ricordare e di celebrare da una generazione all’altra il valore della RESISTENZA

 

Il Compagno Fieramosca
La canzone del partigiano
Con Maurizio Marzolla
Con Marcello Manti

Questa è l'intestazione

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