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Oreste Montebello

Fotografo perché sento. Sono tutto quello che ho letto, che ho ascoltato e tutto quello che ho vissuto viaggiando. Ho scelto di non raccontare in questa pagina quello che sono stato, per chi ho fotografato e per quanto tempo. Oggi voglio dare più spazio alle produzioni nate dall’immaginazione legata alla realtà che mi circonda usando una comunicazione che non ha una finalità preordinata. Voglio condividere con chi legge una costruzione attraverso la fotografia fatta non solo di immagini ma anche di relazioni ed immaginazioni individuali e spesso collettive. Vorrei ribaltare la convinzione che il nostro campo visivo coincida con i confini del mondo che conosciamo e credo sia opportuno non negarsi nessuna possibilità per dissolvere le cornici fisiche che ci separano. Anche nella rappresentazione fotografica, le cornici non le gradisco più di tanto. Questo confine fisico chiude le visioni e rende gli istanti momenti isolati gli uni dagli altri. Se cornice deve esserci vorrei che fosse permeabile e che narrasse un racconto continuo, in crescita come le nostre vite. Incontro spesso muri e mi capita di parlarci, con i muri. Sembra che essi facciano rimbalzare le nostre attese, le domande e la rabbia, ma non credo sia così. I muri aspettano solo di essere violati nel loro candore banale. Oggi voglio scegliere con cura le parole che non riesco a dire e voglio scriverle sul loro bianco abbagliante.